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Guanti Monouso: dal lattice al nitrile, scopri il guanto più giusto per te

Una guida per conoscere punti di forza di ogni modello e aiutare i professionisti nella scelta migliore per le loro necessità lavorative.
Dalle produzioni 100% naturali alle soluzioni anallergiche, approfondiamo le qualità specifiche di ogni tipo di guanto.

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Guanti monouso, quali scegliere?

Sono tante ed estremamente diverse le professionalità che richiedono l’utilizzo dei guanti monouso.
Altrettanto differenti sono però i materiali utilizzati nella loro realizzazione.
Cerchiamo di fare chiarezza sui vari tipi di guanti monouso e capire le caratteristiche specifiche di ogni modello.

Visitando lo shop del sito web MisterGuanto.it, vi troverete di fronte a una vasta selezione dei principali tipi di guanti per uso professionale.
La scelta va da quelli in latticecon e senza polvere (tra poco spiegheremo in cosa consiste tale distinzione), a quelli prodotti con l’utilizzo di nitrile e vinile: materiali che, come avremo modo di vedere, possono essere adoperati in contesti in cui il classico guanto in lattice non è adatto.
Anche le varianti in nitrile e vinile sono venduti con o senza polvere. Per aiutarvi in una scelta tutt’altro che scontata, il passo iniziale è scoprire le virtù di ogni modello.

Guanti monouso in lattice con polvere, origini e caratteristiche

Partiamo dai guanti in lattice.
Si tratta di un prodotto biodegradabile, quindi smaltibile senza il rischio di procurare danni all’ambiente.
Il lattice infatti è interamente naturale, ricavato dall’incisione delle cortecce degli alberi della Gomma.

La loro origine risale al XIX secolo: il chirurgo statunitense William Stewart Halsted nel 1889 commissionò infatti alla Goodyear (azienda attiva ancora oggi nella realizzazione di pneumatici) la produzione di un guanto di gomma per proteggere le mani di una sua ferrista, l’infermiera incaricata di porgergli i ferri chirurgici durante gli interventi sui pazienti. La donna aveva infatti sviluppato una dermatite causata dal contatto con i disinfettanti, che venivano all’epoca utilizzati di solito per rendere sterili le strumentazioni mediche: l’utilizzo di una protezione per la sua pelle si rese quindi necessaria per risolvere il problema. Da allora il guanto in lattice entrò in pianta stabile nelle sale operatorie di tutto il mondo, indossato sia dal personale infermieristico che dagli stessi chirurghi i quali fino ad allora avevano sempre operato a mani nude, con conseguenti seri rischi di infezione sia per la salute propria che per quella dei pazienti. L’utilizzo del guanto in lattice si estese nei decenni successivi ai più disparati ambiti professionali.

Questo tipo di guanto, oltre a garantire un’adeguata protezione contro eventuali agenti infettivi e patogeni, lascia pressoché inalterato il grado di sensibilità di chi li indossa.
Il lattice presenta inoltre una resistenza notevole ed si oppone a possibili perforazioni e strappi che possono verificarsi a contatto con le più varie strumentazioni professionali.

 

A sorprendere è poi soprattutto il carattere elastico del materiale: i guanti in lattice sono in grado di adattarsi perfettamente alle dimensioni e alla forma della mano che riveste e di riacquistare in un secondo momento, al termine del loro utilizzo, il loro aspetto originario senza la presenza di alcuna deformazione.

Sono i più diffusi tra gli addetti del settore sanitario e della ricerca bio-medica.
Non a caso garantiscono un buon grado di impermeabilità alle mani che trattano liquidi e sostanze biologiche il cui contatto diretto potrebbe comportare conseguenze dannose per l’organismo umano. 

Il lattice mostra inoltre una moderata resistenza chimica se sottoposto a soluzioni acquose, detergenti e detersivi diluiti.
Per facilitarne l’indossamento, i tradizionali guanti in lattice sono ricoperti da un leggero strato di polvere, solitamente ricavata dalla lavorazione dell’amido di mais.
Si tratta di una sostanza naturale, normalmente assorbibile senza ripercussioni particolari dal derma umano. 

La polvere inoltre non contiene glutine, cosa che consente ai guanti in lattice di  essere utilizzati anche nell’ambito della ristorazione.
Sono infatti particolarmente indicati per la preparazione di pasti per celiaci, durante la quale si rende necessaria un accurato e continuo monitoraggio affinché il piatto non contenga tracce di glutine e dei suoi derivati.

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Guanti monouso in lattice senza polvere

All’interno della gamma dei guanti in lattice, è però possibile virare anche su una soluzione senza polvere.
L’amido di mais con il quale viene prodotta può infatti causare reazioni nei soggetti che presentano allergie per quell’alimento.
L’intolleranza al mais sta diventando sempre più comune nella categoria delle allergie alimentari: essa può essere causata o associata ad altre patologie come nel caso della celiachia, ma si può presentare anche come forma allergica isolata.

L’eliminazione della polvere si rende quindi necessaria per ridurre la possibilità di dermatiti, irritazioni e allergie aeree sia in chi li indossa che in chi vi entra in contatto indirettamente

I guanti in lattice di questo tipo mantengono comunque le caratteristiche di impermeabilità e resistenza dei tipici monouso con polvere, offrendo allo stesso tempo una soluzione adatta alle pelli più sensibili e a chi presenta intolleranze alimentari, più o meno accentuate.

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Guanti monouso in lattice con aloe

È possibile trovare in commercio anche una variante di guanti senza polvere trattati con l’aggiunta di aloe

L’aloe è il succo che si ricava dalla pianta omonima: la procedura di estrazione del liquido dal vegetale è una pratica molto antica, testimoniata addirittura da fonti storiche risalenti al secondo millennio prima di Cristo.
Solo dal 1959 prese il via uno studio sistematico della pianta dell’aloe, soprattutto grazie alle indagini e agli esperimenti del farmacista statunitense Bill Coats. Questi riuscì nell’intento di mettere a punto un metodo volto a rendere più agevole l’estrazione e la successiva commercializzazione dei liquidi di quella pianta.

Da sempre utilizzata per l’igiene e la cura del corpo, l’aloe vanta pure capacità cicatrizzanti ed è usata come cura contro le ustioni. 

Applicata ai guanti monouso, garantisce una perfetta idratazione delle mani e una maggiore facilità nell’indossamento, sopperendo alla mancanza della polvere

Questo tipo di guanto è consigliato per coloro che ne fanno un utilizzo prolungato durante la loro attività lavorativa.

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Guanti monouso in lattice hi-risk

Prima di passare all’analisi degli atri materiali con cui si realizzano i guanti monouso, è importante ricordare un’ultima versione di quelli prodotti in lattice. 

Sono infatti in commercio i guanti hi-risk, indicati per le professioni in cui il rischio di contatto con agenti patogeni è più alto.

Rispetto agli altri modelli, gli hi-risk hanno una lunghezza maggiore, di solito sui trenta centimetri, che garantisce la protezione della pelle fino alla prima parte dell’avambraccio. Sono anche più spessi dei normali guanti in lattice: superano infatti gli 0,30 millimetri contro i canonici 0,20 degli altri modelli.

Realizzati senza l’aggiunta di polvere, sono dotati di clorinatura sia interna che esterna: si tratta di un trattamento a base di cloro che facilita l’indossatura e allo stesso tempo consente esternamente una maggiore resistenza alla penetrazione di liquidi e grassi. 

Presentano inoltre una finitura micro-ruvida (il cosiddetto micro-grip) che consente maggiore sensibilità e una migliore presa tattile anche a contatto con i materiali più scivolosi.

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Guanti monouso in vinile

Concluso l’approfondimento sui vari modelli di monouso fabbricati in lattice, è giunto il momento di dedicarsi all’analisi degli altri materiali con cui vengono solitamente prodotti i guanti per uso professionale. 

Uno di essi è il vinile, nome corrente del polivinilcloruro, spesso abbreviato con la sigla PVC.

Si tratta di un materiale prodotto chimicamente, non rintracciabile quindi in natura, e solitamente utilizzato per la memorizzazione analogica dei segnali sonori. 

Il PVC fu isolato per la prima volta in alcuni esperimenti di laboratorio alla fine dell’Ottocento.
Nei primi decenni del secolo successivo vennero tentati alcuni suoi utilizzi commerciali, ma il materiale si presentava estremamente rigido e allo stesso tempo fragile.
Solo a partire dal 1926, un’azienda statunitense produttrice di gomma riuscì a sviluppare una tecnica capace di rendere maggiormente lavorabile il vinile.
Ricorrendo all’aggiunta di una miscela di additivi plastificanti, si arrivò ad ottenere un prodotto molto più flessibile e malleabile, qualità che comportarono la diffusione del vinile nei più diversi ambiti professionali.
Il PVC è arrivato ben presto a sostituirsi perfino alla gomma e al lattice, di cui riesce a imitare la natura elastica e modellabile.

Viene così a tutt’oggi impiegato per la realizzazione dei guanti monouso, commercializzati a un costo minore rispetto a quelli in lattice naturale.
Inoltre l’assenza totale del lattice riduce ulteriormente le reazioni di soggetti allergici alle sue proteine, intolleranza sempre più diffusa e diagnosticata ai giorni nostri. 

Convenienza economica e riduzione di rischi allergici sono i principali vantaggi del vinile che però presenta alcune note dolenti.
Rispetto agli altri modelli prodotti con materiali di origine naturale, i guanti in PVC necessitano invece di un procedimento di smaltimento speciale, volto ad evitare che il vinile nel suo processo di decomposizione rilasci diossina.
Sono inoltre meno resistenti agli strappi e alle perforazioni rispetto agli altri modelli di guanti.

Il loro utilizzo è quindi indicato per coloro che sono impegnati in settori a basso rischio di contaminazione e che possono avvantaggiarsi di un prodotto a basso costo, ma comunque in grado di offrire una protezione soddisfacente all’organismo umano. 

I guanti in vinile si trovano anch’essi in commercio sia nella variante con polvere che in quella senza polvere.

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Guanti monouso in nitrile

Il vinile non è l’unica sostanza alternativa all’utilizzo del lattice nella realizzazione dei monouso.
È infatti possibile produrre dei guanti professionali in nitrile: quest’ultimo è un composto organico, la cui lavorazione in laboratorio ha portato alla creazione di una serie di monomeri e polimeri derivati, impiegabili in molteplici ambiti lavorativi.

 

Dal nitrile derivano per esempio le colle ciano-acriliche, potenti adesivi in grado di incollare materiale organico e usate di conseguenza essenzialmente in campo chirurgico.
Dal nitrile si può però ricavare anche un tipo di gomma sintetica, attraverso l’impiego e la lavorazione di due suoi derivati, l’acrilonitrile e il butadiene.

Tale procedimento consente quindi la produzione di guanti monouso che, rispetto ai modelli realizzati in lattice e vinile, si dimostrano in possesso di diversi punti di forza. Presentano infatti un maggior grado di elasticità, un livello più alto di resistenza meccanica e chimica, grande sensibilità  tattile e capacità ergonomica.
Sono inoltre in grado di offrire la massima protezione per chi lavora con le sostanze chimiche più pericolose per l’essere umano o per chi si trova a contatto prolungato con gli idrocarburi.

È possibile trovarne in commercio diverse varianti. 

Sullo shop del sito MisterGuanto.it, oltre ai normali guanti in nitrile senza polvere è possibile scegliere per esempio anche dei guanti in nitrile nero, anch’essi senza polvere ma dotati di clorinatura interna, per facilitarne l’indossamento, e di micro-grip sulle dita, che soddisfano i bisogni di coloro che sul luogo di lavoro hanno necessità di  una presa e una sensibilità tattile ottimale. 

Per la loro notevole impermeabilità, sono particolarmente indicati anche per tatuatori, estetisti, parrucchieri e altre professionalità che lavorano quotidianamente con tinture e liquidi coloranti.

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Le normative di riferimento

Siamo così giunti al termine del nostro approfondimento sulle diverse categorie di guanti monouso disponibili sul mercato. È bene però ricordare alcuni consigli utili che devono orientare la nostra scelta di acquisto, indipendentemente da quale sia il modello che troviamo più congeniale per le nostre necessità professionali. È infatti indispensabile verificare attentamente se il prodotto da noi selezionato sia conforme o meno alle regole europee relative alle norme di sicurezza dell’individuo.

Il guanto monouso deve innanzitutto essere prodotto nel rispetto di quanto previsto dal “Regolamento dell’Unione Europea sui dispositivi di protezione individuale”, varato nel marzo del 2016 ed entrato a tutti gli effetti in vigore dall’aprile del 2018. Affinché possano essere utilizzati in ambito lavorativo, i guanti devono essere infatti riconosciuti come dispositivi di protezione individuale. Il regolamento europeo, che indica tre categorie di rischio da cui questo genere di  dispositivi deve difendere colore che li utilizzano, inserisce i guanti monouso nella categoria più importante, la terza. Quest’ultima raggruppa esclusivamente i rischi che possono comportare conseguenze molto gravi per l’organismo, da danni irreversibili alla salute fino alla morte. Se ne deduce quindi come il corretto utilizzo di questi strumenti possa essere di vitale importanza per il benessere di chi li usa e di chi vi entra in contatto più o meno direttamente.

I guanti monouso devono poi essere conformi alla normativa contro il rischio chimico e i microorganismi, nota come EN 374. Questi prodotti devono rispettare obbligatoriamente tale normativa al fine di evitare qualsiasi penetrazione nociva nell’organismo umano e mantenere le mani ben isolate da qualsiasi tipo di contaminazione, anche dopo minuti o ore di contatto con materiali pericolosi. La EN 374 si divide in tre ulteriori livelli, in cui vengono ripartiti i singoli prodotti a seconda del loro grado di resistenza alla possibile penetrazione di agenti patogeni. C’è quindi l’EN 374-1, che raccoglie le specifiche che ogni tipo di guanto deve rispettare perché possa essere destinato a un uso professionale; l’EN 374-2, che invece raggruppa solo quei guanti in grado di evitare la penetrazione e la perforazione da parte di sostanze chimiche e batteriche; l’EN 374-3, in cui rientrano gli articoli in grado di far fronte a prodotti chimici non gassosi. Di quest’ultima sezione fanno parte i guanti in nitrile, indicati infatti per le professioni che entrano a contatto con i materiali più rischiosi per l’uomo.

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Strutture ricettive e case di cura, Mister Guanto è la soluzione ottimale per l’igiene di persone e ambienti

misterguanto

Un’unica azienda in grado di venire incontro alle esigenze di pulizia e sicurezza di entrambi i settori: dai guanti monouso fino alle divise da lavoro, tutto l’occorrente per garantire la salute di personale e ospiti in hotel, bed & breakfast, case di riposo e centri di assistenza sanitaria.

CARATTERISTICHE E SVILUPPO DEL SETTORE TURISTICO

Il settore turistico è da sempre un punto di forza dell’economia italiana.
Il patrimonio storico e culturale del nostro Paese costituisce una risorsa unica e preziosa, che andrebbe valorizzata adeguatamente dalle istituzioni per renderla il volano dell’intero comparto produttivo.

Dove non arrivano i governi, è spesso l’iniziativa dei singoli cittadini a fare la differenza.
Si spiega così la crescita costante che da qualche anno caratterizza il campo delle strutture ricettive: hotel di piccole e medie dimensioni, ma anche bed & breakfast, guesthouse e case vacanze a gestione familiare stanno rapidamente espandendo il loro giro di affari.

Il pullulare di queste strutture di accoglienza rischia però di saturare un settore che, per quanto la domanda si confermi in crescita, rischia, senza una precisa regolamentazione, di tradire le aspettative di guadagno degli investitori.

All’interno di un mercato in espansione e così variegato, per distinguersi dalla moltitudine è essenziale puntare il più possibile sulla sponsorizzazione di un immagine di professionalità.

Il discorso riguarda soprattutto le strutture ricettive più piccole: b&b e casa vacanze, pur contando spesso su una gestione a carattere familiare, devono cercare di adottare piccoli accorgimenti che consentano di differenziarsi dalla massa e puntare a standard di qualità in ogni aspetto della propria attività.

Il consiglio è quello di ricorrere soprattutto per quanto riguarda la pulizia delle camere a strumenti e personale il più qualificati possibile.
Gli addetti all’igiene delle camere devono agire seguendo scrupolosamente la legislazione in materia e dotandosi di un abbigliamento e di un’oggettistica indicata per l’uso professionale.

MONOUSO per Attività Ricettive

Mister Guanto, all’interno del suo ampio catalogo, mette a disposizione dei propri clienti un vasta gamma di prodotti di grande utilità per chi lavora nel settore ricettivo.

La priorità nelle camere d’albergo e in ogni tipo di struttura di accoglienza è infatti quella di offrire i massimi livelli di igiene.
Oltre ad assicurare condizioni ottimali della stanza nel momento dell’ingresso dei nuovi clienti, è importante però tenere di contro la salvaguardia della salute degli addetti alle pulizie: essi infatti quotidianamente possono correre il rischio di entrare in contatto con agenti patogeni e infettivi.

Da qui deriva l’obbligo di operare sempre con l’uso di guanti monouso.
A tal proposito, Mister Guanto mette a disposizione una scelta davvero ampia di questi dispositivi: sullo shop del sito web dell’azienda si trovano guanti realizzati sia in Lattice che in altri materiali alternativi, come il Nitrile e il Vinile, i quali limitano la possibilità di reazioni allergiche in chi li indossa ma anche in chi entra in contatto indirettamente con il guanto.
Particelle di Lattice infatti potrebbero staccarsi dal monouso, insediarsi nell’ambiente della camera e provocare reazioni allergiche negli ospiti intolleranti a quel prodotto: onde evitare conseguenze di tale genere, il ricorso al Nitrile o al Vinile sembra la scelta più sicura.

ABBIGLIAMENTO PROFESSIONALE per Attività Ricettive

Accanto ai monouso, sul sito di Mister Guanto, si trova anche una sezione dedicata all’abbigliamento professionale: essa comprende t-shirt, felpe, pantaloni, che possono essere facilmente proposte al personale della propria struttura come divisa da lavoro.

Si tratta di capi di vestiario comodi e resistenti, facilmente personalizzabili dall’azienda che li acquista con loghi e segni distintivi: un piccolo stratagemma in grado di rendere riconoscibile visivamente il proprio brand e rinforzare la propria immagine di professionalità.

Fornire un abbigliamento specifico per le mansioni lavorative ha però come scopo principale quello di contribuire alla salvaguardia di un ambiente salutare e igienico: se il personale della struttura opera all’interno del luogo di lavoro esclusivamente con le proprie divise, si ottiene una riduzione della possibilità di propagazione di agenti patogeni.

Specialmente gli addetti alle pulizie giornaliere dovrebbero imparare a disindossare quei vestiti non appena terminano le proprie mansioni, di modo che non possano trasformarsi in un pericoloso veicolo di contagio.

Articoli consigliatoi per RISTORAZIONE

Un protocollo ancora più rigido e attento deve essere rispettato da quelle strutture ricettive che offrono anche un servizio di ristorazione.

È bene che il personale di cucina sia diverso da quello che si occupa del servizio nelle camere: qualora la struttura fosse a gestione familiare e avesse un organico ridotto, le persone che svolgono ruoli differenti, durante l’arco del giorno, devono assolutamente prendere tutte le dovute precauzioni.

È fondamentale per esempio svestire gli abiti utilizzati durante le ore di pulizia e indossare una divisa specifica quando si entra in cucina; anche nel settore culinario, è poi importante lavorare solo con guanti ad uso professionale, evitando possibilmente il Lattice che rischierebbe di contaminare inavvertitamente i cibi e causare problemi nelle persone allergiche a quel materiale.

ARTICOLI per Case di Riposo e Centri di Assistenza Sanitaria

L’esigenza del rispetto di alti standard di igiene riguarda senza dubbio anche le case di riposo e i centri di assistenza sanitaria.

Complice il prolungamento della vita media di uomini e donne, sta aumentando la presenza sul territorio di realtà che forniscono cure e sistemazioni, temporanee o a lungo termine, a persone anziane che non possono più vivere in completa autonomia.

I livelli di igiene devono rimanere sempre ottimali, cosa che comporta la necessità di sessioni di pulizia quotidiane in tutti i luoghi della struttura.
Rispetto al settore ricettivo, la possibilità di entrare in contatto con agenti patogeni aumenta: le case di riposo o i centri di assistenza sanitaria, infatti, ospitano tendenzialmente le fasce della popolazione più vulnerabili al contagio e, senza le dovute accortezze, possono costituirsi come luoghi dove le malattie infettive si diffondono più facilmente.

È quindi di primaria importanza che le pulizie giornaliere vengano effettuate adottando tutti gli scrupoli: l’utilizzo e il disindossamento dei guanti al termine di ogni sessione resta prioritario, così come l’uso di capi di vestiario specifici che vanno accuratamente riposti al termine del lavoro e sottoposti a trattamenti di lavaggio frequenti e intensi.

Articoli per Personale Infermieristico per case di Riposo

Mister Guanto offre prodotti utili e affidabili non soltanto agli addetti alle pulizie degli ambienti, ma anche al personale infermieristico incaricato di prendersi cura direttamente degli ospiti delle case di riposo.

Per questo tipo di figure professionali è stata ideata una serie di offerte speciali: a prezzo scontato è infatti possibile acquistare 6.000 manopole, nella versione soft o saponata, ideali per garantire un lavaggio accurato dei pazienti, senza il rischio di contagio reciproco con l’operatore sanitario.

La manopola in versione soft è realizzata in TNT di poliestere, sigillata ad ultrasuoni e disponibile in colore bianco.
La manopola in versione saponata è invece prodotta in TNT di Viscosa e Polietilene: alle caratteristiche del modello soft aggiunge un delicato profumo di lavanda e l’azione di un detergente fluido di origine vegetale, arricchito da efficaci agenti anti-batterici.

Conclude l’offerta dedicata alle case di riposo anche il pack di bavagli politenati, utilissimi per dare protezione alla parte superiore del corpo dell’assistente sanitario durante le operazioni di lavaggio o di cura del paziente.

Concludiamo elencando una serie di altri prodotti monouso che si sposano perfettamente con le necessità degli addetti tanto del settore ricettivo quanto del settore dell’assistenza agli anziani.

Sul web shop di Mister Guanto, a prezzi molto vantaggiosi, troviamo tovaglioli, bobine di scottex asciugatutto, carta igienica, box di salviette, copriscarpe in TNT, grembiuli e tanto altro ancora.
Una vasta gamma di oggettistica usa e getta che può essere proficuamente introdotta nel proprio ambiente lavorativo, allo scopo di mirare sempre a un’igiene impeccabile e duratura.

 

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Cambia il guanto, cambia il processo di smaltimento

Un corretto utilizzo dei monouso professionali comporta la conoscenza delle modalità con cui vengono smaltiti. Scopriamo quali sono le dinamiche di eliminazione o di riciclo di ciascun materiale, con un particolare focus sul rispetto dell’ambiente e della salute umana.

In ambito professionale, così come in quello domestico, è sempre più ricorrente l’utilizzo di guanti monouso in grado di evitare contaminazioni e conseguenze dannose per il nostro organismo.
Sono sempre di più i settori lavorativi, da quello medico a quello estetico, da quello della ristorazione a quello dei tatuaggi e dei piercing, in cui questo tipo di protezione è regolato da precisi obblighi normativi.

La crescente diffusione dei monouso comporta necessariamente la questione del loro corretto smaltimento, onde scongiurare la possibilità di danneggiare l’ambiente e incrementare il riutilizzo di materiali riciclabili.
Come sappiamo, i guanti possono essere prodotti con diverse tipologie di materiale, ognuno rispondente alle esigenze delle differenti categorie professionali che li utilizzano.
Proviamo quindi a fare chiarezza su come ogni tipo di monouso debba essere correttamente smaltito.

Partiamo dalla categoria più nota e più diffusa sia in ambiente domestico che nei luoghi di lavoro: stiamo parlando dei tradizionali guanti in lattice.
Per la loro elasticità e flessibilità, spesso si è portati ad assimilarli a un prodotto di plastica, cadendo facilmente nell’errore di destinarlo alla raccolta differenziata dei materiali plastici.
Il lattice
è invece un prodotto interamente naturale, ricavato dall’incisione delle cortecce degli alberi della gomma. Al termine del suo utilizzo questo modello di guanto deve essere perciò destinato alla raccolta del secco residuo (la cosiddetta indifferenziata).
Il lattice è inoltre perfettamente biodegradabile, in grado di decomporsi ed essere riassorbito dall’ambiente nel giro di qualche mese.

Stessa sorte riguarda anche i guanti in nitrile. Questo tipo di monouso è prodotto a partire da un composto organico: attraverso la sua lavorazione in laboratorio, è possibile giungere alla realizzazione di una gomma sintetica molto elastica. Data la sua origine organica, questo genere di guanto, una volta dismesso, deve passare attraverso la raccolta indifferenziata, non avendo necessità, così come il lattice, di un processo di smaltimento specifico.

I rifiuti che rientrano nella categoria del secco residuo (come per l’appunto i monouso in lattice e nitrile) sono quei tipi di materiali che non possono essere destinati al riciclo e quindi a una parziale o totale riutilizzazione. Il loro smaltimento è quindi destinato alle discariche o, nel migliore dei casi, a termovalorizzatori. Questi ultimi sono impianti industriali all’avanguardia dove i rifiuti vengono bruciati, producendo calore ed energia elettrica.

Nonostante i possibili benefici che si possono raggiungere mediante la virtuosa eliminazione dei prodotti non riciclabili, è bene sottolineare come la società e le istituzioni debbano tentare di ridurre continuamente l’incidenza del secco residuo sul totale dei rifiuti prodotti: più bassa sarà tale incidenza, migliore sarà stata infatti la differenziazione e i conseguenti processi di riciclo.

Quelli prodotti in vinile, altro nome del polivinilcloruro, noto ai più con la sigla PVC.
Si tratta di un materiale prodotto chimicamente, non presente quindi in natura, che attraverso l’aggiunta di additivi plastificanti acquisisce flessibilità e malleabilità, andando a costruirsi come un perfetto sostituto della gomma e del lattice. Per le sue caratteristiche, il vinile è sempre più adoperato  anche nella realizzazione di guanti professionali monouso, diffusisi in tale versione soprattutto nei settori a basso rischio di contaminazione.

L’aggiunta di materiali plastificanti comporta però un processo di smaltimento uguale ai guanti in lattice e nitrile.
Per tali motivi, anche i guanti in vinile devono essere destinati alla raccolta indifferenziata nei rifiuti non riciclabili.

Prima di concludere il nostro viaggio attraverso i vari processi di smaltimento dei guanti professionali, è necessario indirizzare agli addetti del settore sanitario un ulteriore consiglio. In questo ambito lavorativo, è frequente il contatto con agenti patogeni di ogni genere: i monouso sono infatti utilizzati, ormai da decenni, con lo scopo di creare una prima barriera capace di evitare possibili contaminazioni tra paziente e personale medico-infermieristico. Non si deve però dimenticare che il rischio di contaminazione resta alto anche dopo che si è terminato l’impiego dei guanti.
Se smaltiti in modo non congruo o abbandonati nell’ambiente, i monouso possono trasformarsi da barriera a possibile veicolo di propagazione di sostanze nocive.
Occorre quindi ricordarsi di rimuovere subito il guanto una volta terminato il suo utilizzo e destinarlo ad appositi contenitori di raccolta: solitamente segnalati con colori diversi, questi ultimi sono destinati a raccogliere i materiali entrati in contatto con elementi organici potenzialmente infettivi, i quali vanno quindi tenuti separati dai rifiuti generici e trattati con un processo di smaltimento specifico.

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